La superficie di Scerscé si sviluppa oggi su sette ettari a un’altitudine tra i 400 metri e i 700 s.l.m. con un’ottima esposizione verso sud sud-est, partendo da Tirano passando per la Valgella nel comune di Teglio, la sottozona Inferno nel comune di Tresivio sino alla sottozona Sassella a Sondrio. Lo sviluppo dell’azienda, iniziato proprio nel comune di Teglio, è stato graduale come da prassi obbligata vista l’eccessiva frammentazione del territorio valtellinese e accompagnata dalla volontà di ricercare i giusti appezzamenti nelle zone più vocate. Nei vigneti, tutti a bacca rossa Nebbiolo Chiavennasca, completamente inerbiti con terreno sabbioso-limoso, abbiamo generalmente scarsa ritenzione idrica ed elevata permeabilità. Le piante sono rigorosamente a rittochino secondo tradizione, e i terrazzi comunicano tra loro con scale in pietra. Questo richiede una manutenzione esclusivamente manuale che può arrivare sino a 1.500 ore anno per ettaro. Il tutto concorre a preservare la biodiversità, una prerogativa a testimonianza del grande impegno di Scerscé nella cura del territorio.
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Nei mesi invernali le Alpi Retiche proteggono la valle dai venti freddi del nord e le Alpi Orobie con l’Adamello, dai venti freddi del sud. La forte escursione termica tra giorno e notte, molto sensibile anche nei mesi estivi, non solo dà spessore agli aromi delle uve, ma ne dilata i tempi di maturazione. Da tarda primavera e per tutta l’estate, la Breva del Lago di Como soffia scaldando e asciugando le foglie delle viti e preservandole dalle malattie. Un microclima ideale che accompagna lo sviluppo dei grappoli e la maturazione delle uve.
In questo anfiteatro naturale tra le montagne, il protagonista è da sempre il “Nebbiolo delle Alpi”, il cui biotipo è denominato Chiavennasca. Un vitigno nobile, esigente, elegante, che necessita di una particolare situazione ambientale e climatica alla quale i pendii retici si prestano perfettamente. Le piante allevate a guyot godono infatti di luce, che qui garantisce lo stesso numero di ore di irradiazione di Pantelleria, 1.900 all’anno, e calore, condizioni necessarie per lo sviluppo vigoroso delle pianta.
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